”Dan, comincia a fotocopiare tutto, foglio su foglio”. Un’immagine che mi riporta agli anni 80 nella mia Aversa: 50 lire a fotocopia che poi diventano 15 mila lire per un intero libro di Sociologia nel 1999, fino ai 20 euro l’anno successivo.
Già, proprio io che oggi faccio parte del mondo di WeTransfer, ero a fare la fila nelle mitiche fotocopiatrici degli anni universitari a Palazzo Giusso.
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E quella scena di chiudersi in una stanza e fotocopiare foglio su foglio è proprio la scena ante lettera di Wikileaks.
Però allora (precisamente siamo nel 1971) era tutto diverso.
Una donna immersa nel potere che ribalta il potere.
Quella donna è Kathrine, Kay per gli amici.
Esordisce per convincere a quotare l’azienda in borsa, con una frase che dovremmo usare come nostra filosofia di vita: “Qualità e profitto vanno sempre di pari passo“, dice lei mitica con fare altezzoso ma al tempo stesso sicuro, tipico di Meryl Streep, con look e cofana che fa subito Sciuragram, a mio avviso, anche se, come giustamente ha sottolineato il premio Oscar, si rifà più ad Angela Merkel.
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Questa donna, Kay, fa un atto coraggioso: decide di pubblicare i dati segreti del Pentagono mettendo a repentaglio la sua azienda di famiglia e lo fa in onore di tutti i soldati che hanno perso la vita e per tutti quelli che erano ancora in Vietnam per una guerra ingiusta, rendendo così onore alla libertà di stampa.
Raggiunta al telefono dal suo direttore, mentre sta festeggiando a casa sua un pensionamento di un suo storico collaboratore, vestita a metà tra la mitica Marta Marzotto e l’amata Romina Power, prende la decisione di mettere in stampa i documenti segreti sul suo The Washington Post.
Questo film è un inno al giornalismo e ci deve far riflettere.
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Oggi siamo abituati a tutto, allora invece c’era un senso molto più forte sulle notizie che uscivano.
La notizia, come quella del film, scatenava proteste su proteste: questo è “un ingranaggio e per fermarlo dobbiamo mettere il nostro corpo dentro”.
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Ecco perché, quando ho visto lo scambio di quelle proteste per strade, ho pensato che noi cittadini siamo cambiati, ma un numero cospicuo di giornalisti continua nel nostro Paese a voler raccontare la verità…
Per questo vi dico: siate coraggiosi e nel vostro piccolo cambiate sempre qualcosa! Ecco perché io il 4 marzo, più convinta che mai, andrò a votare perché anche in quel momento, dando la mia preferenza, avrò provato a cambiare qualcosa …
Ps: Mi viene tanta voglia di comprare la carta (sì, la carta!) e gettare questo tablet che ha impossessato chiunque e che molte volte ti fa solo leggere i titoli e vedere le foto con il mega vantaggio di poterle ingrandire con le nostre dita.
Quanto mi manca il sapore della carta, quella voglia di annusarla, stropicciarla e di vederla tutta scricchiolante dopo aver preso l’acqua, quando esci dal cinema e non hai di che coprirti!
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